Attualità
“Vogliamo il VERO Made in Italy”
Non mi piace l’inchiesta d’assalto, strumentale e autoreferenziale, di trasmissioni come Le Iene.
Anche per quella pretesa, un po’ ridicola, della scoperta di “magagne” – magagne sono, sia chiaro, il che non è consolante – ma che spesso è scoperta dell’acqua calda.
Come il servizio sul sugo pronto, ripreso da Change.org per una propria campagna – Vogliamo il VERO “Made in Italy” – pro il prodotto in Italia.
Da anni ci stiamo battendo, noi che viviamo e comunichiamo nell’enogastronomia, contro la folle legge, di derivazione europea, dell’”ultima trasformazione sostanziale“, che permette a un prodotto italiano di chiamarsi tale solo perchè la fase del confezionamento avviene in Italia.
Scriveva Veronelli – colleghi de Le Iene – già nel 2000 e a conoscenza della questione molto prima:
“Rinasce però una speranza dalla notizia sui giornali di domenica 10: Bruxelles avrebbe preso coscienza della enormità eversiva dell’ultima trasformazione “sostanziale”. Il commissario responsabile dell’agricoltura, l’austriaco Franz Fischler, si starebbe impegnando, contro il WTO di Ginevra, alla difesa dei prodotti agricoli europei».
Avrebbe preso coscienza!
Quante speculazioni, quante frodi e quante perdite; in anni, come questi, nei quali la nostra gastronomia sta spopolando ovunque nel mondo; e pensiamo a quante falsità circolano sui relativi mercati. Niente di nuovo dunque.
Sia chiaro: io ho firmato la petizione di Change.org e invito ciascuno che a cuore problemi sì seri e basilari a fare altrettanto. Servono 500.000 firme come primo obiettico e ne mancano circa 70000 ad ora.
Qualunque possibilità e/ostrumento che pungoli chi deve difendere gli interessi del nostro paese e il lavoro di migliaia e migliaia di agricoltori, non può che essere ben accolta.
E ho l’ingenuità di credere che questa via possa servire a qualcosa.
Gian Arturo Rota
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