Luigi Veronelli
L’obiettivo delle mie polemiche
Questo scritto di Veronelli ha 40 anni. Non è di stupefacente attualità?
Quando, sei anni fa, iniziai la pubblicazione di questa rivista, poche e frammentarie erano le voci che si levavano in difesa della gastronomia.
Oggi non passa giorno senza che sia pubblicato qualche articolo, o che si tenga qualche riunione, o che si prendano nuove iniziative. Posso essere soddisfatto.
Certo, non per solo mio merito; non sarà tuttavia tanto modesto da asserire che non sia anche merito mio.
Le cucine italiane stanno uscendo dallo squallido qualunquismo cui le aveva ridotte, da un lato l’affarismo esasperato dei proprietari di ristorante, dall’altro la sciocca rinuncia delle persone di buon gusto.
Si comincia a discutere, a protestare; a migliorare di conseguenza.
Ecco l’obiettivo, il solo, delle mie polemiche; si, non posso non esserne soddisfatto.
Anche se molto è il cammino da fare, queste esperienze ci dimostrano che sbaglia chi dispera, chi è convinto che i mezzi moderni fatalmente distruggano la buona cucina e che gli uomini d’oggi non desiderino porvi rimedio.
Sappiamo ora che le novità possono essere applicate per e non contro la buona tavola; e che – anche di ciò gli uomini si vanno convincendo – sterilizzare i piaceri significa distruggere, annullare la “humanitas”.
La strada presa è quella giusta; val la pena quindi di percorrerla fino in fondo.
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