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Vino critico. Vini naturali, artigianali, di relazione

marzo 5, 2013 by Gian Arturo Rota in Il Libro, Rubriche with 0 Comments

foto DISPONIBILE DAL 14 MARZO


Le parole sul libro che seguono, non mie, sono di Officina Enoica, curatore del volume, e dell’editore, Altraeconomia.
Io ringrazio in particolar modo Gianni Camocardi, deus-ex- machina di Officina Enoica, per aver pensato a Gino e voluto dedicare a lui la pubblicazione.
Per Gianni – come per molti e molti altri, verifico ogni giorno di più – Gino è (continua ad essere) un riferimento solido e i riferimenti solidi non muoiono mai con la morte di chi li impersona.
Rimane la memoria, è vero, che però da sola non basta; perchè non affievolisca, bisogna alimentarla, sì con il ricordo ma anche con fatti e gesti tangibili, condivisi, contagiosi.

(Gian Arturo Rota)



Questo libro è dedicato semplicemente “A Gino”, cioè a Luigi Veronelli.
È grazie a lui se anche gli astemi sanno che il vino è cultura.
Tra le pagine di Vino critico diventa anche artigianato, relazione, politica.
Se ne fa garante – con la qualità delle cantine selezionate – Officina Enoica, l’associazione senza fini di lucro che ha curato le schede della guida.
Il suo scopo è sostenere i vignaiuoli i cui prodotti siano frutto di una viticoltura e di uno stile di vita improntati al rispetto della natura e della biodiversità e che rappresentino un’espressione vera della terra e del lavoro che li genera.

La prima guida italiana al “vino critico” privilegia i produttori di piccole e piccolissime dimensioni, quelli che in vigna e cantina usano un metodo naturale, biologico e biodinamico (certificato o no), chi ama metterci le mani in prima persona e che attraverso il suo lavoro – non ideologicamente – mette in discussione l’agricoltura industriale e il sistema di distribuzione, preferendo il contatto diretto e la relazione con chi vuole provare il suo vino.
A volte sono veri e propri “enodissidenti”, vignaiuoli resistenti che si ostinano a rispettare la terra, riscoprendo i vitigni autoctoni e il significato sociale del vino.
A volte incontriamo contadini che – pure senza il placet degli enogastronomi, proclami di “purezza” o di eccellenza – chiedono alla terra vini semplicemente buoni, popolari e comunque, in qualche misura, unici.

Un viaggio in Italia, un vero grand tour tra 200 vignaiuoli, centinaia di bottiglie, storie che non ci stanno nell’etichetta.

Tutte le informazioni per incontrare i produttori, assaggiare i vini e acquistarli, decine di eventi, da Vinissage (a maggio ad Asti) a La Terra trema in autunno al Leoncavallo (Milano).
Scrive lo stesso Veronelli nel breve testo scelto per introdurre la guida:

“L’alimentazione è stata ed è, di gran lunga, l’arma utilizzata per la schiavitù dei molti a vantaggio di pochi pochissimi, sempre più ricchi, infami e monopolizzatori…”.
E auspica il ritorno a una “tavola proletaria, resa migliore dalla presa di coscienza del diritto individuale di mangiare e bere meglio, e quindi anche più sano”.

Officina Enoica / Altraeconomia Editore

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