Attualità
I primi 50 anni dell’AIS
Un momento della serata AIS, presso il Westin Hotel di Milano, sede dell’associazione.
Ho partecipato, su graditissimo invito, alla serata di conclusione della giornata celebrativa per il 50mo di attività dell’Associazione Italiana Sommelier, presso il Westin Hotel di Milano.
Organizzata da AIS Lombardia, presidente Fiorenzo Detti, sotto la regia, attenta, del delegato di Milano Hosam Eldin.Che bell’incontro!
Per me, soprattutto perchè è stata messa al bando ogni forma di mondanità, di retorica, di sussiego.
Al contrario, molta concretezza, umanità e autointerrogazione su cosa l’associazione è e cosa può e vuole diventare negli anni a venire, sul piano dell’organizzazione interna, della percezione all’esterno, delle competenze e delle relazioni.
Emozionante la presenza a sorpresa di Jean Valenti, il primo iscritto in assoluto dell’associazione, quindi il possessore della tessera n.1, che ha spronato, con spirito propositivo, soprattutto i giovani a credere nel valore associativo e ad amare e rispettare il vino.
Consegnati anche alcuni riconoscimenti a chi per l’AIS molto si è impegnato e l’AIS ha sostenuto.
Tra questi… Luigi Veronelli, ricordato con quel suo aforisma divenuto celebre e assai spesso citato:
“Il vino è il canto della terra verso il cielo“.
Nel mio intervento ho sottolineato che Gino era refrattario ai riconoscimenti, da che ad essi preferiva il fare, l’azione.
Ma per questo sono certo avrebbe fatto eccezione: ai sommelier italiani ha voluto bene sin dal nascere e dei sommelier sempre è stato – anche quando, soprattutto quando, rimproverava – amico.
Nella lettera di congratulazioni l’indomani della fondazione, 1965, scrive, lui che credeva nell’individuo più che nell’associazionismo:
“Mai associazione fu più auspicabile, mai sarà più che accetta quella sei Sommeliers…”
L’atto finale poi – la degustazione di 5 annate di Barbacarlo, 2013, 2011, 2010, 2009, 2007 – una ciliegina dolcissima.
Per la magistrale conduzione di Armando Castagno, con Samuel Cogliati a fargli da “spalla”, e per la presenza di Lino Maga (ha regalato a ciascuno di noi commenti arguti e battute irresistibili), il produttore unico, ottantaquattrenne, coriaceo e perciò leggendario, di quel meraviglioso e ineguagliabile vino.
Lunga vita all’AIS!
Gian Arturo Rota
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