Attualità
Vinitaly e le dichiarazioni del Ministro Mario Catania
In questi primi due giorni vinitaleschi, ma anche in quelli prima e anche in altri contesti, ho sentito affermazioni – di autorità, operatori, esperti vari – quali: il vino italiano di quà, il made in Italy di là, l’agricoltura di sù, i prodotti tipici di giù…
Stamattina ho (ri)letto casualmente questo breve inciso di Veronelli, pubblicato su Class, novembre 1992:
Per quali mai ragioni dovrei abbandonare l’Italia?
Contro la mala genia degli speculatori – e malgrado il degrado da loro attuato – l’Italia resta, per varietà di clima, terra, arte e proposte, il paradiso in terra.
Sì, sono un patriota accesissimo da che la patria è ciò che si conosce e si capisce.
Mi occupo di agricoltura e di turismo, e posso affermare con tranquilla coscienza non esservi paese più dotato del nostro. Soprattutto dedito ai vini ed alla ospitalità.
Se più dotato, per vini e ospitalità. il nostro paese è, lo si deve in gran parte all’esercito di piccoli/medi produttori/imprenditori che sanno e vogliono mantenere alto il livello dell’offerta, nonostante i tanti bastoni tra le ruote e la fatica a stare nel mercato.
Sembra non pensarla così il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania; intervistato ieri da Bruno Gambacorta alla giornata di apertura di Vinitaly, ha dichiarato, TG2 delle 20:
E’ importante che cresca la dimensione delle aziende, perchè altrimenti le aziende sono troppo piccole per andare bene sul mercato.
No, signor Ministro, non la dimensione delle aziende è da rivedere (solo il piccolo può preservare le differenze e quindi l’identità), piuttosto le modalità con cui affrontare il mercato. Non si può non essere d’accordo con Lei, quando dice:
sarebbe utile se le aziende andassero insieme, in forma aggregata, sul mercato, sia in Italia sia all’estero.
Sia però più vicino il governo al mondo della produzione, agevoli chi crede nel lavoro agricolo e ha voglia di investire e di fare per la qualità.
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