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De.Co. anche per il comune di Orvieto?

Lieto, sono molto lieto della proposta dell’avvocato Pier Luigi Leoni, consigliere del comune di Orvieto, con cui “sollecita” la delibera per l’adozione, da parte del comune stesso, delle De.Co.
Ogni volta che un comune lo fa, è un passo in avanti per la presa di coscienza dei valori di un territorio (storia, tradizione, economia) e la difesa della relativa identità.

La relazione, che il consigliere ha presentato e il cui testo integrale è pubblicato anche sul magazine Orvieto.it, è ricca di importanti riflessioni e suggestioni, e piuttosto convincente. Contiene solo alcune imprecisioni:

Invio, accompagnata da una relazione, la mia proposta di deliberazione consiliare avente per oggetto: Approvazione regolamento del marchio De.Co. (Denominazione Comunale).
Le De.Co., non un marchio sono, bensì una semplice certificazione d’origine.

Il fenomeno delle De.Co. nasce a seguito della legge 142/1990 (Testo Unico Enti Locali, attualmente decreto legislativo 267/2000) che consente ai Comuni di disciplinare, nell’ambito dei principi sul decentramento amministrativo, la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali che risultano presenti nelle diverse realtà territoriali.
L’iniziativa nasce nel 1998, e non nel 2000, per un’intuizione di Veronelli. Che si è rivolto all’Anci quale ente di riferimento degli oltre 8000 comuni italiani, per chiederne l’appoggio.

In seguito ed in forza di questa potestà concessa ai Comuni, l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) nel 2000 redige una proposta di legge di iniziativa popolare recante: “Istituzione delle denominazioni comunali di origine per la tutela e la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali locali”.
L’Anci ha dato iniziale appoggio, poi ha virato verso altra iniziativa: Res Tipica.

Nel frattempo, giuristi e opinion leader intervengono in merito all’opportunità dei Comuni di legiferare in tema di valorizzazione dei propri prodotti. Il giurista Giuseppe Guarino e il giornalista Luigi Veronelli ingaggiano una battaglia per la diffusione del fenomeno delle De.Co.
Veronelli solo ha ingaggiato la battaglia, in mezzo ad enormi ostilità (prima fra tutte quella del Ministero delle Politiche Agricole).
Giuseppe Guarino, costituzionalista stimatissimo, non ha preso parte in modo specifico all’iniziativa veronelliana.
I suoi commenti intorno alle modifiche della legge Costituzionale n. 3/2001, hanno costituito per Veronelli un determinante e indiscutibile suggello all’intuizione e alla conseguente azione intrapresa.

Puntuale, limpido, inequivocabile di contro, questo passaggio:
La burocrazia ministeriale ha tentato di intralciare lo sviluppo delle De.Co. che, per la loro natura, sfuggono al dirigismo europeo e governativo, ma si è dovuta arrendere a un fenomeno che, pur con qualche invitabile stravaganza, è sospinto dal vento inarrestabile della libertà.

Grazie, avvocato Leoni, della sua presa di posizione.
Il Ministero è ancora tiepido, ma certo non “intralcia” più come in passato.

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