Luigi Veronelli
Ciascuno ha un sogno non avverato. Il mio è…
Ciascuno ha un sogno non avverato. Il mio é un’opera sui colori del vino, dal bianco acqua al rosso cardinalizio.
Ho fatto infinite prove con le carte selezionate e con i tipografi migliori. Sempre, giunti al punto di stampare, sempre ci si é accorti: il colore tradiva. Non era più quello delle prove, quello del giorno prima. Diverso e insoddisfacente.
Avevo un bel dirmi: sei tu che di giorno in giorno, di ora in ora, cambi. Non ti succede anche con il vino?
No, per i colori dei vini – così come per gli aromi e i profumi e i sapori – un noumeno c’é. Intendo, con noumeno – e gioco a mezzo e in contrasto tra Platone e Kant, addirittura – l’oggetto della conoscenza intellettuale pura che si identifica e non si contrappone a quello della sensibilità.
Non si avvererà quel sogno in un libro da che sono infiniti, e ciascuno – se possibile – all’infinito molitplicato per le infinite nuances ed ombre. Mi rifiuto, tuttavia a perderlo, il sogno. Lo realizzerò col futuribile. Anziché il libro un CD rom o che altra delle moderne diavolerie tali che io o tu o lui, ad uno ad uno, individuo, coll’artificio digitale, volta per volta, si giunga alla soddisfazione. Stop, eccolo lì, il noumeno. Raggiunta la felicità dell’uomo che ascolta il racconto delle cose.
Il vino, però, non é una cosa.
Non sarà più un sogno, lo vivremo. Non sarà quindi un sogno, sarà di più.
Camminerò le vigne e i boschi della mia patria (la patria é ciò che si conosce e si capisce).
Avrò con me – ad acchiapparle – con uno dei loro marchingegni le irripetibili apparenze cromatiche di ogni cru.
In autunno vigne e boschi sono proprio i magici confidenti dei colori e delle loro nuances: dal bianco acqua al rosso cardinalizio.
Punto primo e fermo il bianco non c’é, ma come? e i vini bianchi? Si tratta di una aggettivazione di comodo: si parte infatti dal vino bianco acqua, e l’acqua non é bianca, é trasparente e cristallina come l’acqua di fonte.
Nessun vino é bianco neve. Il bianco neve – che, tra i vini non c’é – se alzi il guardo verso il Settentrione, dall’est all’ovest, più in sù - lo vedi nei giorni tersi d’autunno da ogni dove della Padania.
Se camminerai le vigne e i boschi d’autunno, con la voglia di riscoprirli i colori dei vini bevuti nei tuoi anni, ad uno ad uno li cogli. Deve esserti comunque ben chiaro: ognuno dei colori, millanta e millanta, infiniti, li puoi trovare se hai occhi della mente in ogni vigna e in ogni bosco. Non chiedermene ragione.
Ripeto: infiniti i colori e ciascuno se possibile all’infinito moltiplicato per le infinite nuances ed ombre.
BRINDO A TE E ALLA NOSTRA AMICIZIA.
Luigi Veronelli
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