Luigi Veronelli
Il ricordo della famiglia, a cinque anni dalla scomparsa
“… Morire – una volta che hai raggiunto l’età del continuo e inarrestabile declino delle tue capacità – è l’ultimo atto, felice ed orgoglioso, se sai che ogni tuo gesto o pensiero, sia diminuente nei confronti dell’Altro. Certo, ora ho in me l’orgoglio di credere che sarò ricordato con benevolenza, che verrà riconosciuto il mio impegno ed il mio coraggio per una società nuova e giusta. Dopo non ci sarò più, sarò assente, nessuna possibilità di godere, nascosto in un carro, della riconoscenza di chi ho amato. Alla fine l’unico rifiuto, senza possibilità di risposta, è nel dolore degli altri”.
Luigi Veronelli
Oggi ricorre il primo lustro dalla scomparsa di Gino.
L’anno scorso, il precedente e il precedente ancora, avevamo deciso di non ricordarlo in forma ufficiale, per il bisogno di riappropriarci di un’intimità molto spesso “strappata” dal suo ruolo pubblico, dall’essere persona di/per tutti.
5 anni, pochi o tanti secondo l’angolatura da cui li si valuta, rappresentano un segnatempo simbolico e invitano sia a fermarsi un po’ sia a condividere il ricordo con tutti coloro che sono stati toccati dalle sue parole, dal suo agire, dal suo umanesimo.
Chiunque lo voglia, oggi alzi il bicchiere, come noi alzeremo, con un pensiero, intimo o manifesto, a lui, lui che si è battuto sino all’ultimo per il bere/mangiare bene, civile, intelligente, responsabile, libero.
Famiglia Veronelli
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