Casa Veronelli

Luigi Veronelli

Vinitaly: i testi di Veronelli per il padiglione Lombardia

calligrammaoltrepopavese

Ecco gli scritti di Veronelli sulle dodici terre enoiche – e relative denominazioni di origine – di Lombardia.
L’immagine riproduce il calligramma di Veronelli con testo sui vini dell’Oltrepò Pavese.

 

Botticino
“Il vino, gran miracolo, è già buono: pronto, sapido in bocca, voglioso di compiacerla, una creatura”. (1968)

Capriano del Colle (Montenetto)
“Dai vignaioli vini rossi e bianchi di simpatica beva; leggeri di corpo, ti compiacciono per fresca briosità”. (1968)

 Cellatica
“Il Cellatica di buona annata ha colore rosso piuttosto carico con riflessi granati, brillante; profumo vinoso che tende a quieto bouquet; sapore asciutto e sapido che chiude in una netta vena amarognola; stoffa più avvertita che il nerbo; notevole carattere”. (1968)

 Franciacorta
“Questi Franciacorta parteciperanno per virtù di terra, clima e uomini ad una magica armonizzazione e possiedono – per quanto diversi, secondo Casa e Casa, cru e cru – le prime doti di un grande vino: l’individualità e il riconoscimento”. (anni 90)

 Garda Colli Mantovani
“Colore rosso rubino chiaro, persistente e caratteristico profumo di cedro. Asciutti, leggeri, freschi, sottile gusto di mandorla”. (1961)

 Lambrusco Mantovano
“Non esistono vini migliori; ciascuno ha distintive “personali” caratteristiche. Impossibile, tanto per fare chiaro esempio, stabilire se è “più grande” l’umile Lambrusco o il superbo Barolo”. (1980)

 Lugana
“Bevi il tuo Lugana giovane,giovanissimo e godrai della sua freschezza.Bevilo di due o tre anni e ne godrai la completezza.Bevilo decenne, sarai stupefattodella composta autorevolezza.
I Lugana, cosa rara nei vini,
hanno una straordinaria capacità di farsi riconoscere.
Tu assaggi un Lugana e,se sei un buon assaggiatore, non puoi dimenticarlo”. (1998)

 Moscato di Scanzo
“Per farlo rivivere il gran vino – e ci giuro: ne vale la pena – sono necessarie costanza e serietà. Far vera, verificare, innanzitutto l’uva. Far vere, verificare, anche le terre atte a produrre Moscato rosso di Scanzo. Per farlo, un solo mezzo: spingere sino all’eccesso la selezione dei cru”. (1978)

 Oltrepò Pavese
“Dai colli là, Oltre Po, ho rivincita. Vini di mani fatte vere, usurate dalla fatica, invecchiano, si animano sui colli partigiani, trasformano la dolcezza in alcol.
Dai colli là, Oltre Po, ho rivincita. Vini vignaioli, il vino è vino, polputi e saldi i rossi, freschi e disponibili i bianchi”.
(anni 70)

 San Colombano
“Carichi di storia, i vini di San Colombano avevano solo bisogno di agricoltori che, presane coscienza, ridessero loro nobiltà. Questi agricoltori ci sono”.
(1968)

 Terre Lariane
“Vini, bianchi e soprattutto rossi, di inaspettata presa; grezzi e allappanti al primo incontro, tienili in bocca, prendono dimensione per poi lasciarti generosa sapidità”. (1968)

Valcalepio
“Dico solo che alcuni dei vini bergamaschi possono ambire a prestigiose posizioni”. (1993)

 Valtellina
“Basta percorrerla, questa valle, alzare gli occhi verso le vette o farli rincorrere sulla piana traversata dalle azzurre acque dell’Adda, per comprendere come il lato destro orografico sia del tutto vocato alla coltivazione delle vigne e alla produzione di vini di eccelse qualità organolettiche”. (1996)

 Valtènesi
“Zona di buona vocazione vinosa, con migliorate selezioni, potrebbe dare grandi vini. Su questa strada si sono messi alcuni viticultori”. (1968) 

 

 

 

Dagli archivi di Luigi Veronelli a cura del Comitato Decennale Luigi Veronelli

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