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Baglioni Hotels e la filosofia dell’ospitalità
Ho pernottato, la scorsa settimana, al Relais Santa Croce by Baglioni, in Firenze, lungo quella via Ghibellina, memoria di storica battaglia, che confluisce sui luoghi simbolo cittadini (nel medesimo edificio, com’è noto, la leggendaria Enoteca Pinchiorri, uno dei monumenti, e gran vanti, della nostra ospitalità gastronomica).
Dell’hotel potrei descrivere:
1, la bellezza stregante della struttura, in settecentesco palazzo che fu residenza nobiliare dei marchesi Baldinucci, famiglia importante e influente nella Firenze dell’epoca;
2, le colonne in granito dell’ingresso o lo scalone in pietra e seminato veneziano, già essi da mirare nella trama di cristallina purezza;
3, la Sala della Musica (nella foto), al primo piano e alle spalle della reception: come un lampo m’ha stordito per la gioiosa serenità – indotta anche dai colori e dagli stucchi, quasi diafani – e l’istantanea evocazione (proprio qui, presenteremo il nostro libro su Gino Veronelli, l’8 maggio: sarà un’emozione!), più l’adiacente, affrescato fumoir;
4, la confortevolezza delle camere, 24, ciascuna con sua identità, tanto più acuta quanto più importante la tipologia (se Deluxe, o Exclusive, o Junior Suite, o Suite);
5, il grande display con l’applicazione che permette di pregustare le opere, tutte quante, degli Uffizi
6, le imponenti, splendide capriate, visibili al terzo piano, costruite a copertura della sala della musica e a sostegno del lampadario dal diametro di ben tre metri.
Voglio invece raccontare d’un altro fatto su cui non poco ho riflettuto.
La mattina della partenza, ancora in camera levo (preziosissima, non lo faccio mai) la mia catenina d’oro per un insolito fastidio alla pelle, e l’appoggio sulla testa del letto. Proprio perché non la tolgo mai me la sento sempre addosso.
Non ci penso più. Doccia, colazione, chiusura valigia, consegna chiave. Lascio l’hotel.
Passa un paio d’ore – io in viaggio – e ricevo comunicazione: la sua catenina è rimasta da noi (persino Eugenio Rigo, general manager, s’è scomodato!). Mi tocco il collo e… horror vacui!, ma mi rilasso, la conservano loro.
Mio grazie non retorico e mi sento rispondere “questione di professionalità”, con una naturalezza che un po’ mi coglie di sorpresa; resto qualche secondo in silenzio, poi aggiungo che non è cosa banale.
Ripenso alla risposta: già, professionalità.
Noi addetti del mestiere per primi, la misuriamo sulla qualità dei servizi manifesti, più tangibili; raramente, se non per nulla, su quella dei servizi “minori”, ma tutt’altro che minori (il celebre principio della catena: non è più forte del suo anello più debole).
La consegna del mio oggetto al desk ricevimento segna certo l’onestà della persona che l’ha trovato, ma anche – sono convinto – una formazione precisa, bene instillata in chi qui lavora, qualsiasi il ruolo.
Formazione riassunta nella “filosofia d’ospitalità” del gruppo Baglioni, “contraddistinta dal calore, dalla cordialità e capacità di considerare i clienti come persone…”.
E da quell’altro valore, non esplicitato ma così imprescindibile: il rispetto.
Gian Arturo Rota
Relais Santa Croce by Baglioni Hotels
via Ghibellina 87, Firenze
Tel. 055/2342230
www.baglionihotels.com
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