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Sulla patata di Martinengo
L’antefatto è una “singolar tenzone” nientepopodimeno che tra Luigi Veronelli e Gian Andrea Gavazzeni, sulla miglior patata della bergamasca.
Veronelli dritto su quella di Schilpario, della frazione Pradella, in Val di Scalve; per Gavazzeni, quella di Martinengo, nella bassa bergamasca.
Una di montagna, l’altra di pianura.
Una disputa dialettica, va da sè senza un vincitore. Ma fatto, tutt’altro che marginale, quanto a volano di un territorio. Tanto che il comune di Martinengo, fors’anche spronato dal simpatico aneddoto, istituisce nel 2004 la De.Co. per la patata appunto, e con essa anche il regolamento per l’utilizzo del marchio collettivo La patata di Martinengo, oltre che un disciplinare di produzione.
La varietà maggiormente coltivata è la Kennebec, buccia liscia, a pasta bianca, farinosa e tenera, con ottima resistenza in cottura e, proprio per la sua farinosità, adatta per primi piatti (gnocchi, ravioli, tortelli), purè e dolci da forno.
Tra i produttori:
Bonaita, Cascina Belline; tel. 0363/ 6468725
Le Rose, via Milano 3; tel. 0363/987641
Ponticella, nell’omonima via; tel. 335/7169444
Nicoletta Rossini, via Marzo 45; tel. 0363/947000.
In settembre, si tiene anche specifica, simpatica sagra.
Gian Arturo Rota
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